07/03/2019
LEUCEMIA PEDIATRICA LA SFIDA DELLE TERAPIE PERSONALIZZATE

LEUCEMIA PEDIATRICA

LA SFIDA DELLE TERAPIE PERSONALIZZATE

(Sala Ipogea di Morbegno – Morbegno 7 marzo 2019)

La leucemia è un fenomeno abbastanza preoccupante, una malattia che in Italia colpisce circa 400 bambini all’anno, per cui i Lions Club Morbegno, Sondrio Host, Masegra e Tellino, hanno pensato di organizzare un incontro con il “Centro Maria Letizia Verga” di Monza per parlare dell’argomento, invitando il prof. Giovanni Cazzaniga che, da anni, si occupa di questa malattia.

Dopo i saluti di rito dei Presidenti dei Club, Nicola Perregrini per il Morbegno, Riccardo Bonaiti per il Masegra, Piergiordano Pasini per il Tellino e Ornella Moroni per il Sondrio Host, in sostituzione di Marcella Fratta, assente perché in “gita scolastica” a New York, il dr. Cazzaniga è entrato nel merito del problema, sottolineando innanzitutto che il Centro, che si trova a Monza nei pressi dell’Ospedale San Gerardo, oltre che procedere alla cura dei bambini affetti da questo grave male, svolge un’intensa attività di ricerca.

Il Centro non opera da solo, ma in collaborazione con diversi altri enti (in particolare la Fondazione Tettamanti) e il suo scopo principale è quello di rendere tutto a misura dei bambini.

Con un filmato il relatore ha ripercorso la storia del Comitato. Maria Letizia Verga era una bambina affetta da leucemia che non è riuscita a vincere la difficile battaglia. Dopo la sua morte il padre, Giovanni, ha creato il “Comitato contro la leucemia”, dapprima presso la clinica De Marchi di Milano, poi a Monza, dove nel 2013 ha avuto inizio la costruzione del Centro, inaugurato nel 2015.

La principale sfida del Centro è quella di creare delle terapie personalizzate per ciascun bambino, lavorando però, di pari passo, sia sulla diagnostica che nella ricerca. I risultati ottenuti sono decisamente buoni, perché le guarigioni raggiungono oggi l’85%, ma si vuole arrivare al 100%.

Il metodo usato è quello della chemioterapia “tossica”, che non sarebbe sostenibile da un adulto.

Al centro di tutta l’attività vi è il bambino e con un altro filmato il dr. Cazzaniga ha mostrato la metodologia di lavoro, con la realizzazione, fra l’altro, del “passaporto genetico” che serve per meglio individuare quali farmaci devono essere utilizzati per quel determinato piccolo paziente.

La malattia è nel midollo e si cerca di privilegiare l’uso dei farmaci per combattere questa malattia complessa ed eterogenea; solo in ultima analisi si ricorre al trapianto di midollo.

La ricerca mira ad individuare le cellule che possono diventare dei farmaci, seguendo il protocollo previsto dal CAR (Clinical Research Associate), figura che si colloca nella fase di sperimentazione dei farmaci, alla quale l’azienda farmaceutica, lo “sponsor”, si affida per lo svolgimento e il monitoraggio dell’attività di sperimentazione. Una volta individuata la cellula “radar-bazooka”, questa viene utilizzata per “appiccicarsi” alla cellula portatrice del male ed ucciderla.

Il Centro è sostenuto economicamente da molte iniziative: la gara “Sciare per la vita”, con testimonial Deborah Compagnoni (quest’anno si terrà il 14 aprile), l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, che ha contribuito con circa due milioni e mezzo di euro in 18 anni, e, addirittura, da un iraniano che sostiene il Centro per puro spirito umanitario e solidaristico, visto che non ha avuto alcun figlio morto per la leucemia o guarito dalla malattia.

Le cause della malattia non sono ancora state individuate, anche se si ipotizza che possano dipendere dall’industrializzazione dei paesi occidentali (Cernobyl, Pesticidi in Brasile, Benzene, Idrocarburi, ecc.)

Al termine della relazione, numerosi soci hanno posto al relatore alcune domande, alle quali il dr. Cazzaniga ha risposto in maniera esauriente e convincente, concludendo con l’invito a visitare il Centro per rendersi conto de visu del lavoro che si sta svolgendo.


L’incontro si è tenuto nella sala ipogea di via V° Alpini, proprio sotto la Chiesa moderna che lì si trova. Ci si è poi spostati in una sala a fianco per gustare l’ottima cena preparata con un perfetto catering.

Angelo Schena