RICORDO DI PADRE CAMILLO DE PIAZ
RICORDO DI PADRE CAMILLO DE PIAZ
(Ristorante “San Carlo” – Chiuro, 9 ottobre 2018)
Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Camillo De Piaz e si è pensato di parlare di lui, invitando Bruno Ciapponi Landi che di Padre Camillo è stato amico ed è Consigliere Delegato del Comitato Onoranze per questa particolare ricorrenza.
La conviviale è stata preceduta dall’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio consuntivo 2017/2018 e del bilancio preventivo 2018/2019. L’assemblea è stata anche l’occasione per la consegna del “semestralino” con il programma di attività del nostro Club da settembre a dicembre.
Il Presidente Marcella Fratta ha ricordato la giornata trascorsa in Svizzera a fine settembre con il Club gemello Oberengadin e con il L.C. Poschiavo, quindi ha presentato l’oratore, peraltro noto a tutti per la sua poliedrica attività culturale svolta in provincia di Sondrio.
Terminata la cena, Bruno Ciapponi Landi, utilizzando una serie di significative diapositive, ha fornito preziose informazioni sulla vita, sulle opere e sul pensiero di Padre Camillo e sulle sue “amicizie pericolose” che altro non erano se non quelle di Padre Davide Turoldo e di Carlo Maria Montini, che diventerà arcivescovo di Milano e cardinale, in odore di soglio pontificio.
Camillo De Piaz, nato a Tirano il 24 febbraio 1918 ed è stato un religioso dell’Ordine dei “Servi di Maria”, strettamente legato a Padre Davide Turoldo, con il quale ha condiviso studi, esperienze e ideali.
Nel 1934 è divenuto frate dei Servi di Maria e nel 1941 ordinato sacerdote e inviato, con padre Turoldo, al convento milanese di San Carlo al Corso. Qui si iscrisse alla facoltà di Lettere Moderne dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e, per tutta la durata della guerra, fu un sicuro punto di riferimento per l'opposizione cattolica al nazifascismo: schierati con la resistenza, i due giovani sacerdoti collaborarono con il CLN Alta Italia, pubblicarono il foglio clandestino “L’Uomo” e, con il fisico ebreo Eugenio Curiel, il futuro regista Gillo Pontecorvo, lo studioso Giorgio Sebregondi ed Ernesto Baroni, fece nascere, proprio nel convento San Carlo, quel “Fronte della Gioventù” per l’indipendenza nazionale e per la libertà, che riunì giovani comunisti e cattolici nella lotta antifascista.
Sempre insieme, nel dopoguerra Turoldo e De Piaz raccolsero il consenso della borghesia milanese attorno ad iniziative coraggiose, anche se controverse, come “Nomadelfia” di don Zeno Saltini.
Tali attività, seppur frenate dalla curia ambrosiana, continuarono anche successivamente indirizzandosi principalmente sulle iniziative culturali promosse dalla "Corsia dei Servi", associazione caratterizzata dall'apertura al dialogo con realtà anche lontane dal mondo cattolico od espressione degli ambienti più "aperti" della diocesi milanese o di quelle circonvicine, come ad esempio don Primo Mazzolari. In quell'ambito padre De Piaz curò (per conto di importanti editori come “Mondadori” o “Il Saggiatore”) numerosi testi a quell'epoca giudicati "scomodi", fra cui le traduzioni di “Agonia della Chiesa?”, lettera pastorale per la Quaresima del 1947 dell'arcivescovo di Parigi cardinale Emmanuel Suhard e di “Il Cristo dilacerato. Crisi e concili nella chiesa” del filosofo cattolico Jean Guitton.
Mutati i tempi anche per la chiesa, l'attività di padre De Piaz non fu più considerata "sospetta", ma piuttosto come fortemente anticipatrice dello spirito conciliare, tanto che, su richiesta dello stesso papa Paolo VI, si occupò della traduzione dell'enciclica “Populorum progressio” del 1967 e, sempre in quell'anno, curò per la “Morcelliana” di Brescia la traduzione di “Unanimità nel pluralismo” di frère Roger. Del 1972 è invece la traduzione di un testo "leggero" come “Dalle piante bellezza e salute” di Jeanne Audy e Jean Fondin.
Negli anni successivi, tuttavia, non mancarono nuovi motivi di contrasto con la gerarchia ecclesiastica, al punto che nel 1975, a Milano, la “Corsia dei Servi” fu allontanata dalla chiesa di San Carlo (continuando però come istituzione privata) mentre a Tirano i serviti, e in particolare padre De Piaz, impegnato nel recupero dei tossicodipendenti, furono costretti a lasciare il santuario della Madonna, da loro gestito fin dal 1925. Solo nel 1988 padre De Piaz fu reintegrato in tutte le sue funzioni sacerdotali.
Come intenditore di letteratura fece parte delle giurie del “Premio Gallarate” e dei Premi di poesia intitolati a “Clemente Rebora” e a “Renzo Sertoli Salis”. Nel corso del suo ministero sacerdotale fu addetto al santuario della Madonna di Tirano, da cui esercitò un potente richiamo anche sul vicino cantone dei Grigioni, in particolare per le valli italofone. Angustiato da gravi problemi di salute, dal 1944 fu costretto a ridurre gli impegni culturali e sociali che ne avevano caratterizzato l'attività, il che favorì il suo rientro a Tirano nel 2004, presso il Santuario della Madonna di Tirano.
Si è spento a Sondrio il 31 gennaio 2010.
Angelo Schena